Ass'i Mazzi Fun Club

l`undicesimo comandamento.

« Older   Newer »
  Share  
icon12  view post Posted on 21/1/2016, 06:36
Avatar

la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva
trinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpg

Group:
Member
Posts:
1,791
Location:
Pozzallo RG , Sicilia ed in giro per il mondo

Status:


<papà che cos’è questo coso?>
-Questo è u cuzzularu!-
<u cuzzularu?...
E che si fa` co….cuzzularu, papa`?>
gli chiesi curioso e determinato, ed oltretutto, insoddisfatto.
Mio padre lì per lì rimase spiazzato come spesso accade a tutti noi “grandi” che sono chiamati a dare delle risposte.
E che risposte!
Le risposte che si aspettano da noi i bambini, quelle sono le più difficili da dare , anche perché` le loro domande lo sono altrettanto!
Era una fresca mattina di una felice e tipica Domenica d`Agosto di fine anni 70.
La fiat 850 verde di mio papà , nuova di pacca, era con le portiere aperte mentre tutta la famiglia si apprestava a riempire quell`automobilina con i fari tondi:
Il tavolino pieghevole, le costolette di maiale, la carbonella hai preso le ciapparedde e “u pani i casa”?
I pomodori secchi con i capperi sott`olio ed il pane di grano duro tipico della provincia di Ragusa, lievitato con la fermentazione naturale e cotto al forno al legna.
Bastava sentirne il profumo per cadere nella trappola,
e tira una punta e dammene un po` e così non arrivava mai a destinazione, ovviamente tutto ciò era prevedibile ed in Sicilia gli uomini veri non sono quelli d`onore armati di coltello, non di certo!
Sono gli uomini di panza, quelli che non temono nessuno, nemmeno l`undicesimo comandamento che vige sulla trinacria:
Mangia!
Caricammo il cuzzularo insieme ad un accozzaglia di cose inutili ma che alle “fimmine“ siciliane stanno molto a cuore e finalmente partimmo alla volta della “forestale di S. Maria del Focallo”.
Una ancor oggi splendida location , un boschetto di macchia mediterranea sulle dune sabbiose che come fosse una collana di perle adorna una bellissima spiaggia dorata col nome di una donna mistica.
Durante il tragitto nessuno ebbe scampo alle domande, nessuna clemenza!
Per Nessuno!
-Papà ma u cuzzularo a che serve?-
E mentre la radio con il mangianastri nel sottofondo cantava
Mio padre prese un sospiro come fosse Enzo Maiorca prima di mollare il freno della slitta zavorrata e mi rispose:
Serve a pigliare i cozzuli Nino!
I cozzuli!
E mentre mancavano pochi km al traguardo tornai alla carica:
Mamma! Ma cosa servono i cozzuli?
Mia madre si girò e mi disse :
Si pescano a mare e poi si mangiano sono delle conchiglie.
I cucciareddi le chiamavano così i più illuminati uomini di mare*
(in alcuni insediamenti preistorici vennero spesso rinvenuti i resti delle conchiglie che secondo alcune credenze popolari, gli antichi Sicani utilizzavano come cucchiai)
Le cucciaredde altro non erano che le telline.
Nobilissimo bivalve che si pesca ancora in buone quantità utilizzando un selettivo rastrello munito di sacco in rete.
Le dimensioni delle maglie della rete, permette di catturare solo gli esemplari adulti.
Erano le mie prime avventure di mare oltre al bagnetto ed al classico castello di sabbia.
Mio padre trascinava questo rastrello che raschiava la sabbia con l`ausilio di una cinta in vita.
Poi vuotavamo il sacco nel mio secchiello e scartavamo le conchiglie vuote da quelle vive.
Li in mezzo capitava il granchietto di sabbia che ovviamente doveva subire tutte le attenzioni della nutrita gang di cuginetti compagnetti al mio seguito, dopo però, la mano calava dal cielo, la mano…di mio padre di certo, lo riportava di nuovo in acqua.
Era un` avventura così eccitante che mai potrò dimenticarla.
E non dimenticherò mai neppure il sentore di gioia e di positività che si respirava nell`aria.
La Domenica Italiana degli anni 70, che spettacolo!
Stavamo tutti bene, le famiglie erano unitissime , parlavano con la bocca non attraverso un touch screen e le faccine, l`economia era in piena vitalità non di certo ridotta allo stato vegetativo come ahimè l`abbiamo vista noi, figli dei moderni “esodati”.
Tutto sprizzava colore e vita, la radio, le canzoni, le gite fuoriporta, il colore del cielo e del mare il volto della gente.
Passavamo così le ferie di Agosto, si pranzava in famiglia, tutti insieme, zii , cugini ed amici eravamo un bel gruppetto li, sotto gli alberi tra le dune, i più piccoli a fare baldoria sporchi di sabbia.
Poi c`era il comitato delle siculissime fimmine che supervisionava attentamente il reparto “arrusti e mangia” la griglia ed il fuoco era presidio dei masculi.
E girava di tutto, dalla salsiccia alle costolette, dalle olive in salamoia ai pomodorini secchi, poi rigorosamente birra Messina e vino rosso della Marza (un vino rosso tipico e non commercializzato, ottenuto dalla spremitura di uve nere autoctone del posto cresciute in vigneti sabbiosi allo stesso livello del mare, un bomba!).
Infine i dolci, il tiramisù, ed ancora la macedonia di frutta, l`anguria ed il gelato.
Intorno a me c`era gente semicosciente con lo sguardo perso nel vuoto e gli ombelichi protesi all`esterno ed ancora quella parola riecheggiava come un tormento:
:Mangiaaa, mangiaa!
Si mangiava si scherzava, ci si abbuffava e poi tutti a fare una pennichella all`ombra delle acacie.
Gli anni ben presto passarono a decine, ed io, mi ritrovai da solo con le pinne ai piedi, il contesto era ben diverso ma l`oggetto del desiderio era sempre il medesimo:
Le cozzole!
Andavo a telline in maniera diversa, a me piaceva stare sott`acqua e quindi in qualche modo dovevo pur riuscire a prendere qualcosa con le mani.
Disarmato e com`ero nei primissimi tuffi con la maschera, fu la divina provvidenza a girare la mia testa verso quel signore, quel giorno.
Un signore alto e robusto con un marcato accento Siracusano, lo ricordo ancora come fosse accaduto 2 minuti fa.
Lui era lì con la maschera e le pinne, mentre in mano, teneva un sacchetto di rete ed un coltello.
Continuava a sommozzare con un ritmo incessante in un metro d`acqua, lungo la battigia sabbiosa.
Mi avvicinai curioso ma discreto e con sorpresa pensai nella mia testolina infantile:
<mii questo fa la magia!
Come fa?>
Già com`era possibile che ogni qual volta che costui calasse non appena affondava la lama del coltello sulla sabbia, saltava fuori come per magia la tellina!
E cosi presi fiato e come un camaleonte, caricai la lingua all`indietro e quando costui riemerse a prender il respiro , d`improvviso, sparai:
<scusa signore! Ma come fai a prendere le cozzole sotto la sabbia?
Come fai a vederle?>
Costui si girò con la maschera gran facciale un po’ allagata ed alzandola sulla fronte mi rispose :
-Si vedono i buchi!-
Egli mi spiegò che se avessi guardato con attenzione sulla sabbia avrei visto due buchini che si sarebbero chiusi subito dopo qualora avessero avvertito un movimento nelle vicinanze.
Ed ancora disse:
-Talia ammia! -
E mi invitò a mettere la maschera per seguire le fasi di quanto mi avesse appena detto.
Infatti costui, fu l`uomo da cui appresi che i bivalvi della sabbia rivelano la loro presenza attraverso i buchini da dove filtrano ingenti quantità d`acqua.
Quella nozione a me nuova si scrisse immediatamente nel mio almanacco di mammifero marino.
Passarono gli anni ed io , impostai le mie primissime battute di pesca proprio razzolando i fondali sabbiosi, facevo man bassa di bivalvi e pure: sogliole, tracine gallinelle di mare e a volte polpi.
Andavo con maschera e pinne ed in mano, un manico di scopa con una fiocina a 10 denti abilmente montata da mio padre.
Una mattina come al solito e con l`aria da grande sub , indossavo le pinne e la maschera in presenza di qualche curioso bagnante.
Quel che ero in realtà`, non più di un bambino di una decina d`anni, mi recai all`inizio del tratto di scogli vicino a casa e li mi tuffai con la mia spada laser!
Dopo una buona ora mi trovai ad osservare una strana scia sulla sabbia e decisi di seguirla quando, ad un tratto, la scia terminava e la sabbia formava una montagnetta.
Discesi verso quella montagnetta ed imperterrito, istintivamente vi infilai la mano come fosse una pala.
Con sorpresa mi accorsi che sotto quella montagnetta v`era una grande lumaca di mare.
La presi e quando giunsi in superficie aprii il retino e la riposi dentro curandomi di tirare nuovamente la cordicella per strozzarne l`apertura.
Tornai immediatamente con lo sguardo sulla sabbia mossa dalla mia mano e notai dell`altro.
Dalla superficie, a circa 1 metro e mezzo d`acqua, osservai un`altra strana sagoma stagliarsi sulla sabbia, sopra v`erano due strani buchini che a tratti si aprivano e si chiudevano.
<una bella cozzolona!> – pensai
Di colpo discesi e portai il bastone che impugnavo nella mano sinistra, verso il retro, mentre con la destra infilai la mano sotto la sabbia per afferrare la super tellina che immaginavo di trovare, quando di colpo, in una frazione di secondo mi accorsi di toccare una cosa molle che mi diede una botta stranissima, di colpo ritirai di scatto la mano e con la maschera quasi di traverso risalii e piantai la punta delle pinne verso il fondo, reggendomi sul bastone della fiocina.
Incredibile!
Avevo preso una scossa elettrica, una autentica scossa!
Ebbi qualche secondo di stupore ed anche un lieve torpore al braccio , poi ripresi il controllo della situazione.
<eccola li!> – la vidi.
Era uno strano pesce color sabbia, non era una sogliola e non l`avevo mai visto prima, aveva la forma di una padella con la coda al posto del manico, sul dorso c`erano 5 bollini neri e viola.
Certamente si trattava di una preda importante, forse di qualche chilo e non avrei mai potuto farmi scappare una simile occasione, non avrei mai rinunciato alla cattura neanche avesse avuto il potere di lanciare i razzi!
Presi il bastone e lo impugnai lungo, accennai la capovolta e ferrai di scatto il colpo sulla parte anteriore trafiggendola.
Poi la incalzai in verticale e nuotando sul dorso raggiunsi la battigia.
Ben presto i curiosi non mancarono ed io carico come Mazinga Z esibivo al meglio e fiero, il mostro che avevo sconfitto con la mia arma spaziale, nel mentre una decina di persone accorsero a conteplare la mia preda qualcosa d`insolito, accadde ancora!
-Non la toccare -mi disse un signore
-Quella è una triemula! se la tocchi figghiu mio, ti da la scossa!-
Io risposi subito, da grande uomo di mare come mi credevo di esserlo a 10 anni
< lo so ma non fa niente! Già l`ho presa!>
Poi la girai sul lato, la capovolsi sottosopra e nel mentre ne osservavo le forme, d`improvviso vidi una minuscola coda fuoriuscire dal ventre.
Mi armai con 2 pezzetti di legno (La lezione della scossa era stata ben compresa)
adoperandoli come bastoncini cinesi e l`afferrai tirandola.
La sorpresa andò oltre ogni aspettativa, mi ritrovai in mano una piccola riproduzione della mia preda, respirava ancora come del resto, la stessa madre trafitta, di colpo un terribile senso di colpa mi avvinghiò l`anima, mi sentii come un assassino!
Una tragedia immane.
Dopo un attimo di smarrimento ebbi una lucida quanto istintiva ed efficace reazione.
Presi la madre e con la fiocina la portai su di una pozza, poi, pure il piccolino e lo misi in acqua nella stessa, ed improvvisamente questo iniziò a scodinzolare, notai che avesse attaccato sul ventre uno strano sacchettino.
Ben presto però la priorità fu ben altra, ed ancora una sorpresa nella sorpresa, osservai la madre e dal medesimo buco fuoriusciva un`altra codina, identica alla prima, presi la mia pinza ostetrica di fortuna e la tirai, ed ancora un`altra coda, pronta per uscire e poi ancora ed ancora.
7 piccole torpedini! Tutte nate da quella mamma morente che avevo infiocinato a morte.
Tutti i pescetti erano completi e vitali, ed io li riposi uno ad uno in mare, sotto v`era il sacco vitellino che avrebbe garantito la loro sopravvivenza per i primi giorni di vita.
Piccolette ma piccanti, pizzicavano anche loro quando le toccavo sul dorso.
Ero talmente preso da quella missione di salvataggio, un lavaggio della coscienza da quella colpa terribile più che altro.
Di quello si trattava!
Al termine la madre era già morta, ed io la portai a casa ma non c`era niente da festeggiare.
Intorno a me una piccola platea di attoniti curiosi, per lo più turisti che rimasero sbigottiti.
Di sicuro non tutte o forse neppure una di loro ce l`ha fatta ma nessuno mai poté conoscerne il destino.
Imparai che alle torpedini non si tocca il groppone con le mani e che soprattutto non si pescano!
A quell` età, quell`accaduto, forte ed intenso, nella tragicità della circostanza ebbe da subito la sua utilità, mi riportò di colpo, di fronte alla realtà.
L`unica vera realtà:
a 10 anni non ero ancora un grande tantomeno un uomo di mare e…. non lo sarei mai stato!
In mare ogni giorno è sempre il primo giorno.
Dedicato al mio caro zio Pietro, parte di quella allegra cornice che ha iniziato la sua grande apnea.
Ciao Grande!
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 21/1/2016, 12:42
Avatar

Parrino coi meglio figghiozzi!

Group:
Fondatore
Posts:
22,433
Location:
Palermo Custode dello Statuto e delle tradizioni dell'Ass'i Mazzi F.C.

Status:


Una nuova bell'avventura: grande Commissario!
 
Top
view post Posted on 21/1/2016, 18:34
Avatar

"Scarsu ma Supirbiuso !!! IMPOSSIBLE IS NOTHING

Group:
Onorevole
Posts:
21,968
Location:
Marsala (TP) "Onorevole cu Giummo di l'Aiss' I Mazze F.C."

Status:


bellissima Commissà...
 
Top
view post Posted on 22/1/2016, 10:41
Avatar

Senior Member

Group:
Onorevole
Posts:
20,652
Location:
SEACILY

Status:


bella storia e raccontata bene...si nu poeta!!
 
Top
firth
view post Posted on 22/1/2016, 12:21




Bella storia mi sono commosso...anche perchè mi ha ricordato l'immagine di mio padre che, come il tuo, con il rastrello e la cinghia alla vita raschiava il fondo della sabbia della spiaggia di Miliscola per far le telline ed io che che le raccoglievo in un secchiello...quando ancora c'erano le telline su quella spiaggia!
 
Top
view post Posted on 26/2/2017, 12:21
Avatar

Advanced Member
trinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpgtrinacria-little.jpg

Group:
Member
Posts:
2,491
Location:
roma

Status:


Non lo avevo letto.... bello... che nostalgia... altri tempi, altri mari, altra gente....
 
Top
5 replies since 21/1/2016, 06:36   112 views
  Share